Dell’antichissima chiesa di S. Maria di Gruma, che sorgeva con ogni probabilità presso le Case del Lago, restano unicamente tracce documentali, che dimostrano come essa fosse posta nella Pieve di S. Eulalia sotto la giurisdizione del monastero parmense di S. Quintino. Antichi documenti testimoniano anche la presenza di una chiesa, dedicata a S. Maria della Neve, a Gualtirolo, ove oggi sorge l’omonimo oratorio.

Ben conservate, elementi caratteristici del territorio, sono invece le chiese di San Pietro a Campegine e la chiesa di San Rocco a Caprara.

Le Chiese

La chiesa di San Pietro Apostolo

La  parrocchiale di Campegine, dedicata ai Santi Patroni Pietro e Paolo, probabilmente fondata dai Signori  Da Correggio verso l’anno Mille, in luogo detto Alta ove preesisteva un castello,  è ricordata in una pergamena del 1230 redatta dal vescovo di Parma.  A questa diocesi appunto appartenne fino al 1828, per passare poi a quella di Reggio Emilia.

La chiesa “plebana”  per lunghi secoli, cioè sede di arcipretura con chiese e cappelle sottoposte, era fulcro della predicazione e della vita cristiana di una vasta area la cui giurisdizione  si estendeva alle chiese cosiddette figlie di S. Giovanni di Roarolo, San Savino, San Giacomo di Villa Cadè, Sant’Andrea di Castelnovo Sotto, San Biagio di Nocetolo e la chiesa di Casalofolo (Casaloffia). Presso la pieve di Campegine il clero conduceva vita di comunità e si recava nelle ville per le funzioni religiose. Questa preminenza della pieve campeginese venne via, via a diminuire solo dopo il Concilio di Trento (1545-1563), quando, per arginare la Riforma Luterana, tra i diversi provvedimenti, fu introdotto anche l’obbligo della residenza dei sacerdoti presso le chiese, per garantire una presenza stabile e più efficace sui territori.

 Dal punto di vista architettonico la chiesa si presenta a tre navate, due laterali soffittate e quella di mezzo più alta, fabbricata con volte sostenute da otto colonne, quattro per parte.
In un disegno dell’ing. Lodovico Bolognini del 1809, la chiesa appare ad una sola navata, con un frontale disadorno e la torre campanaria eretta sul lato opposto rispetto all’attuale. I progetti che determinarono l’assetto attuale della Parrocchiale, ebbero inizio a partire dal 1832, per opera dell’Arciprete, nativo di Campegine, Don Antonio Reggiani, per riparare i danni provocati dal rovinoso terremoto che in quell’anno colpì tutto il reggiano. Furono allora aggiunti il coro, due corpi esterni corrispondenti alle navate laterali ed ornata la facciata in stile Rinascimento, come appare oggi. In causa di quella calamità naturale fu lesionata  in modo irreparabile anche l’antica torre, tanto che, nel 1840, su progetto dell’ing. Pietro Marchelli, si provvide a costruirne una nuova, l’attuale, più visibile, inconfondibile elemento di identità del territorio. Per iniziativa di Don Matteo Romani, furono rifatti gli altari laterali, l’altare maggiore in marmo bianco di Carrara, ampliata e rinnovata la parte fonica dell’organo, restaurato nel 1996, per iniziativa di Don Angelo Guidetti. La chiesa è stata interessata  in questi ultimi anni, sotto la parrocchialità di Don Giovanni Rivi, da un importante lavoro di restauro interno che ha riportato alla luce preziosi affreschi, restituendola alla comunità in tutto il suo splendore.
In questo luogo di culto si conservano documenti d’archivio unici, tele a carattere religioso, oggetti e paramenti sacri di indubbio valore artistico, espressione di otto lunghi secoli di storia di questo territorio.

Le Chiese

La chiesa di San Rocco

Nell’abitato di Caprara s’incontra la chiesa di San. Rocco, edificata sotto la cura di Don Matteo Romani, nel 1875, quale curazia  della Parrocchia di Campegine. L’opera, finanziata  a spese dell’Amministrazione Comunale di Campegine, prese corpo dall’ampliamento del preesistente oratorio, probabilmente già eretto nel 1630 per devozione a S. Rocco, considerato il protettore per eccellenza contro la peste, che in quegli anni si era violentemente manifestata, in quello stesso luogo ove furono combusti e sepolti gli appestati ed in cui successivamente si inumarono  le spoglie dei capraresi, fino a quando, con le disposizioni napoleoniche, non entrarono in uso i cimiteri.
La chiesa, eretta in parrocchia con decreto del Vescovo Beniamino Socche, il 4 giugno 1948, presenta una struttura a tre navate ed una facciata dalle linee gotiche. L’Amministrazione Comunale donò la chiesa di S. Rocco alla Diocesi di Reggio Emilia nel 1975, in occasione del centenario della fondazione e del 50° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Padre Leone Zanni, primo parroco dei capraresi. (testo di Giovanni Cagnolati)